vintage 1997

Ogni tanto, quando tutti gli ospiti sono andati via, mi siedo da solo in un tavolo, al fondo della sala. Sempre lo stesso, da vent’anni. Guardo il mio ristorante, lo studio, lo analizzo.
E mi piace ancora, come la prima volta.

Umberto Chiodi Latini



Il Vintage 1997 è nato da due passioni: la ristorazione di qualità e il vino.

Due anime che hanno trovato casa nel ristorante e nel nome che porta.

Vintage. Come d’epoca, di pregio. Il senso di un passato che resta, perché di valore.

1997. Come data di nascita e annata vinicola eccezionale.


L’identità del ristorante si è costruita passo dopo passo, intrecciando una grande cultura del cibo e del vino con una squisita compostezza sabauda, che qui si declina nell’attenzione speciale per il bello, il buono, l’etica rispettosa del lavoro, la cura delle relazioni.


Anche il palazzo che lo ospita racconta una storia fatta delle storie che lo hanno preceduto: prima una tipografia, poi un atelier di moda e, dal 1969, un ristorante. Varcata la soglia del Vintage 1997, è ancora l’aria di una Torino d’altri tempi quella che si respira, con le tende di seta a proteggere le grandi finestre vetrate sulla piazza, le tovaglie bianche a vestire i tavoli rotondi, il tessuto di moiré a incorniciare le boiserie sulle pareti delle sale.

Per far nascere il Vintage 1997, si è cambiato tutto, perché nulla cambiasse. E se si cerca una chiave di lettura la si trova proprio qui, nel divertissement che reinventa un passato radicato nella tradizione piemontese dei sapori e dei profumi in una carta che gioca con gli ospiti sul filo dei ricordi.

In un tempo di grandi trasformazioni, questa costanza è diventata una costante, premiata con la stella Michelin che accompagna il Vintage 1997 da quasi vent’anni.

Mantenerla è un onore e una responsabilità che coinvolge tutto lo staff. Che qui si chiama famiglia, perché la sfida del Vintage è nella dimensione collettiva che questo progetto assume. Un gioco che si gioca assieme, per andarne ancora più fieri.


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